EVVIVA EVVIVA IL SINDACO!

 

Il nostro sindaco Paolo Perrone, con un mandato alle spalle di ben quattro anni portati avanti intensamente per la città di Lecce (ovviamente con tutti i suoi pregi e i suoi difetti), prende con lucidità finalmente la consapevolezza che la cosa migliore che una classe dirigente può fare per la propria comunità, è quella di lavorare sulla cultura e la mentalità dei cittadini al fine di avere risultati tangibili proprio sui comportamenti della gente (coscienza civica, rispetto dei beni comunali, coscienza ecologica etc, etc…). E sono convinto che non si tratti solo di una mera strategia da campagna elettorale (nonostante manchino poco più che sei mesi), e che non sia solo un moto di orgoglio nato a partire dall’ordinanza “anti-botti” di qualche giorno fa, peraltro in linea con la campagna di sensibilizzazione iniziata proprio in questi giorni un po’ in tutta Italia. E’ una consapevolezza che scaturisce da una provocazione che in fondo Paolo Perrone vuole lanciare a quei cittadini, e a qualcuno della nostra classe politica locale,  che hanno un udito buono e palato fine … nella speranza sempre che ci siano davvero! La cultura a Lecce si fa, la si produce, e anzi a ogni angolo spuntano artisti e scrittori sempre pronti e con la penna  ( o il pennello) “affilata” (“affilato”)  tra i denti, pronti a “darsele” di santa ragione in pubbliche riunioni culturali o attraverso le pagine dei nostri quotidiani, e se tutto va bene ad animare il dibattito culturale del capoluogo salentino. E la provocazione del nostro sindaco potrebbe essere spinta anche oltre se si pensa che Lecce è il capoluogo di un territorio tra i più ricchi in Italia di aziende editoriali, tanto che le nostre librerie e le pagine culturali dei nostri quotidiani, vengono letteralmente sommersi dalle novità libresche che forse in pochi leggono. La cultura (in qualsiasi ambito sia esso artistico che editoriale, musicale  e teatrale) è un aspetto della nostra vita a cui non possiamo rinunciare, perché la cultura anche come impresa vuol dire sviluppo per un territorio, vuol dire crescita, vuol dire civiltà. La cultura è un libro, è un’opera d’arte, deve essere però anche un sistema funzionante e competente in grado di valorizzarla e di saperla fare. Ma poi mi chiedo, dopo tutte queste belle parole sulla cultura, sulla civiltà e altre considerazioni affini, se azzardassi a fermare per strada uno dei nostri politici, o qualche celebre operatore culturale, e chiedergli a bruciapelo, quale casa editrice salentina ha pubblicato Vittorio Bodini, o i lavori di Ennio Bonea …. chi mi saprebbe rispondere? A caldo forse nessuno, a freddo tutti! Ma attenzione … è proprio qui che casca l’asino, perché la cultura parte propria dal saper valorizzare le cose di “casa nostra!”, tutelandole, difendendole. Meditate gente, menditate!

(questo mio intervento è apparso sul quotidiano Paese Nuovo  del 5/01/2012)

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