Vittoria Coppola con il suo “Gli occhi di mia figlia” (edizioniAnordest/Lupo) al Liceo Statale Don Tonino Bello di Copertino

 

Doppio appuntamento per la scrittrice salentina Vittoria Coppola e il suo ultimo successo di rilievo nazionale “Gli Occhi di mia figlia” (edizioniAnordest/ Lupo editore),  lunedì 27 febbraio 2012 al Liceo Statale “Don Tonino Bello” di Copertino. L’autrice sarà alle ore 9,30 presso la succursale di via Pirandello, alle ore 11,00 presso la sede centrale di via E. De Nicola.   L’incontro con Vittoria Coppola sarà diretto dal Prof. Cesare Augusti (dirigente scolastico), che introdurrà i contenuti del libro e presenterà l’ospite alle classi del Liceo.  E’ previsto l’intervento  dell’editore Cosimo Lupo.  Coordina i lavori la prof.ssa Sandrina Schito.  Il liceo continuando nella ricerca di un confronto con il mondo giovanile e con gli autori che ad esso fanno riferimento, ospita dunque l’autrice Vittoria Coppola.

Quale ruolo gioca il destino nello svolgersi della nostra esistenza? E quanto di “nostro” c’è invece nell’imboccare strade sbagliate che porteranno inevitabilmente all’infelicità? In questa storia di “non detti”, in cui egoismi e fragilità vanno a comporre un perfetto, perverso incastro, è rappresentato il misterioso e contraddittorio universo dei sentimenti umani: non basta essere genitori per saper comprendere i propri figli ed amarli come meritano; non

basta essere giovani e di cuore aperto per essere pronti ad affrontare la vita, né essere innamorati per non farsi complici della propria ed altrui sofferenza.

Dana, pur nei privilegi di ragazza circondata da benessere e raffinatezza, è soffocata dalla coltre iperprotettiva di una madre che ha deciso il suo futuro, ma la sua passione per André, fascinoso pittore di donne senza sguardo, si rivela una fuga più grande della sua acerba giovinezza, incapace di reggere all’infrangersi di un sogno. Armando, l’uomo che le offre un amore devoto e remissivo, nasconde un segreto destinato ad esplodere in modo bruciante.

Eppure esistono legami che sopravvivono al tempo e sono pronti a riservare luminose sorprese, nei giochi del caso e nel risveglio di coscienze troppo a lungo sopite.

Una storia di solitudini e di scelte, nella quale regge sovrana la solidità dell’amicizia, l’unica che non tradisce.

 

Ha 26 anni, vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale  (Università del Salento, luglio 2010). Attualmente lavora come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la scrittura. Di questo dice: “Lo scopo che mi prefiggo nel momento in cui inizio a riempire pagine di parole e sentimenti, è quello di emozionare, regalando a chi mi privilegia “leggendomi,” attimi personalissimi di evasione dalla realtà, ma anche, perché no, arricchimento della stessa. Confido sempre nella bellezza dei sentimenti e perciò, quando qualcuno reputa banale il parlare d’amore, io sorrido, e vado avanti per la mia strada”.

Multisala Salento di Mattia De Pascali (Kurumuny) il 25 febbraio ai Cantieri Teatrali Koreja

 

In occasione dell’uscita del volume MULTISALA SALENTO  – Come fare film sotto il sole con pochi soldi e a stento di Mattia De Pascali, edito da Kurumuny, sabato 25 febbraio 2012 a partire dalle 18,00 (ingresso libero) ai Cantieri Teatrali Koreja (via Guido Dorso 70) ci sarà un incontro – dibattito sullo stato dell’industria cinematografica salentina. Obiettivo dell’appuntamento è quello di cercare di comprendere se un’industria del cinema salentino esista oppure no, ma soprattutto capire a cosa va incontro chi vuol fare cinema nel Salento. L’autore di MULTISALA SALENTO – Come fare film sotto il sole con pochi soldi e a stento attraverso una serie di interviste agli addetti ai lavori, registi, attori, sceneggiatori, delinea il quadro dell’industria cinematografica salentina. La tesi fondante del libro è che ci sia moltissimo entusiasmo, molte idee, molti giovani talenti, la maggior parte formatisi da autodidatti, che però non hanno a disposizione risorse per realizzare i loro progetti.  Il Salento resta dunque terra di migrazione per troupe provenienti da fuori, un luogo dove manca chi possa investire del suo per promuovere un’industria in grado di crescere su basi solide e non essere alla mercé di tagli e crisi economiche? Parteciperanno Edoardo Winspeare, Davide Barletti, Rossella Piccinno, Gabriele Russo, Franco Ungaro, Luigi Chiriatti, Mattia De Pascali. Coordina Raffaele Gorgoni, giornalista Rai. “Forse non è Hollywood, forse con la California avrà in comune soltanto le temperature miti che diventano infuocate a ridosso del solleone, fatto è che al Salento piace il cinema e al cinema piace il Salento, un amore corrisposto e burrascoso che viene raccontato e riassunto agevolmente in un saggio di Mattia De Pascali, giovane autore supersanese (nato a Gallipoli), appena edito da Kurumuny. Il titolo è eloquente almeno quanto l’argomento “Multisala Salento. Come fare film sotto il sole con pochi soldi e a stento”. Basta scorrere l’indice del volume per accorgersi di avere tra le mani, finalmente, una bussola critica su un fenomeno al quale negli ultimi anni sono stati dedicati nel bene e nel male, centinaia e centinaia di articoli, discussioni, forum, dibattiti. In principio fu Carmelo Bene, così verrebbe da dire; prima degli anni in cui il nostro-non-nostro ambientava “Nostra signora dei turchi” (1968) a Santa Cesarea Terme non c’era stato molto spazio per questa terra, sul grande schermo; la perizia critica del lavoro di De Pascali rintraccia in “Tarantula”, un breve documentario di Gianfranco Mingozzi, la prima ‘traccia’ filmica lasciata sull’estremo lembo d’Italia, per poi descrivere e elencare la quasi (perle nascoste in archivi permettendo) totalità della produzione filmica in Salento.” (dalla recensione di Luciano Pagano sul blog de La Repubblica)

 

Info Kurumuny edizioni : www.kurumuny.it

Affaritaliani.it lancia la sezione PugliaItalia, un ponte tra la Puglia e il resto del mondo

 

 

 

Una nuova sezione arricchisce da oggi il palinsesto di Affaritaliani.it. Il primo quotidiano online lancia PugliaItalia, cultura e politica, economia, turismo e società della regione oggi più trendy e cool d’Italia.

La sezione, aggiornata quotidianamente in tempo reale, si avvarrà di una piccola redazione locale e presenze diffuse in tutte le province e lungo gli ottocento chilometri di coste del tacco d’Italia, grande laboratorio di nuova politica e patria dell’economia green e dello sviluppo ecosostenibile, delle energie alternative e della nuova agricoltura, dell’agroalimentare e della dieta mediterranea. Fucina di nuovi artisti e musicisti e di inedite tendenze culturali, dalla taranta alle pellicole di qualità dell’Apulia Film Commission, dalla letteratura dei Carofiglio e dei Desiati, alla musica di Emma e di Dolcenera. Ma anche terra della Sacra Corona Unita e della crescente presenza sul territorio della criminalità organizzata e della diossina dell’Ilva, fenomeni verso i quali è forte l’azione di contrasto delle autorità e delle popolazioni locali.

«Come ha mostrato alla Bit di Milano, la Puglia in questo momento, con “Live your Puglia experience”, è più che mai pronta e decisa a lanciare nel mondo il suo brand e i prodotti della sua enogastronomia, le sue coste incontaminate e le sue campagne di ulivi dalla terra rossa, risparmiate dalla globalizzazione e dalla speculazione edilizia», spiega il direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino. «Il nostro giornale, con la sua audience “televisiva” di 600 mila lettori, vuol rappresentare un ponte efficace tra la Puglia e il resto del mondo, una vetrina per gli operatori turistici di Bari e della sua incantevole murgia come di Lecce e delle spiagge caraibiche del Salento, del turismo religioso del Foggiano, delle vestigia storiche dei grandi porti della Magna Grecia e della via Appia di Brindisi e Taranto.»

Alla vigilia del rendez-vous estivo, momento in cui dal Gargano al Salento la regione si prepara ad accogliere, con le sue splendide coste e la sua cultura millenaria, un mix di tradizione e innovazione, più di 3 milioni di turisti, PugliaItalia esordisce con un’esclusiva videointervista al principale protagonista del miracolo Puglia, il governatore della regione Nichi Vendola, cui seguiranno gli interventi dell’assessore alle Risorse agricole Dario Stefàno, padre del boom del Primitivo e creatore del progetto “Puglia rurale”, nuova frontiera del turismo lento delle masserie e dei muretti a secco, e le testimonianze di pugliesi d’adozione come Giorgio Forattini (che rivela le sue poesie inedite dedicate alle ragazze pugliesi) e Roberto Vecchioni. Ma anche di big emigrati anni fa ma rimasti legati al loro territorio d’origine come l’attore Michele Placido e il designer di grido Fabio Novembre.

«Al Nord eravamo già presenti con una pagina cult come MilanoItalia, al centro si sta affermando RomaItalia», conclude Perrino. «Ora con PugliaItalia chiudiamo il cerchio sbarcando al Sud e completando la nostra offerta quotidiana di informazione croccante locale e globale».

Per contatti:

Affaritaliani.it   t. 02 29403377

Nell’ambito di “Gli Albanesi, 20 anni dopo” ci sarà “Ritorno al paese delle aquile” di Aldo Renato Terrusi (Besa editrice)

 

Aldo Renato Terrusi a Roma presenterà il suo libro “Ritorno al paese delle aquile” (Besa editrice, Nardò, Lecce)  il 23 febbraio alle ore 16,00 presso il Museo della civiltà romana di via Agnelli nell’ambito dell’incontro “Gli Albanesi, 20 anni dopo” con la partecipazione oltre dell’autore di Franco Pittau, Rando Devole, Darien Levani, Alessandro Leogrande, Keti Biçoku, Edmond Godo.

L’appuntamento è a cura di Bota Shqiptare. La presentazione avverrà all’interno della manifestazione per i 100 anni dell’indipendenza albanese.

Un percorso alla ricerca delle proprie origini e della propria storia. Ritorno al Paese delle Aquile racconta il viaggio di Aldo e dello zio Giacomo, che tornano in Albania dopo quarantaquattro anni.

Aldo era ancora un bambino quando il regime di Enver Hoxha rinchiuse il padre nel terribile carcere di Burrel, dove morì senza poter dare l’ultimo saluto al figlio e alla moglie. Il desiderio di Aldo di riportare in Italia i resti del padre si scontra con il passato doloroso della famiglia Terrusi e di una nazione che ancora oggi porta impressi i segni laceranti della dittatura. Attraverso i ricordi di una famiglia, si ripercorrono le drammatiche vicende della pagina di storia più cupa del Paese delle Aquile.

 

ALDO RENATO TERRUSI è nato a Valona, in Albania, nel 1945, da genitori italiani. Dopo gli studi tecnico-scientifici, ha lavorato in enti di ricerca, collabora in qualità di consulente con alcune società e scrive su riviste specializzate. Ha la passione per l’archeologia, l’astronomia e la fotografia. Si diletta inoltre con la pittura e pratica il tiro con l’arco a livello agonistico.

 

MANI PULITE 20 ANNI DOPO di Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio. Prefazione inedita di Piercamillo Navigo. Memorie di un procuratore di Francesco Borrelli (Edizioni Chiarelettere)

 

Mani pulite, vent’anni dopo. Altro che storia passata, questo libro racconta l’Italia dell’illegalità permanente. Un documento storico che rimarrà per sempre sul tradimento della politica. La cronaca di fatti e misfatti parte da Milano, 17 febbraio 1992, arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio: il primo tangentomane che fa tremare l’impero, a due mesi dalle elezioni. Saranno elezioni terremoto, quelle del 1992, stravinte dal partito degli astenuti (17,4 per cento) e dalla Lega nord. Intanto la Prima Repubblica va in galera ed è ancora solo superficie. Falcone e Borsellino trucidati a Palermo (e nel 2012 molti processi ancora aperti sulle stragi). Un anno dopo la corruzione è ormai un fatto nazionale, nessun partito escluso (70 procure al lavoro, 12.000 persone coinvolte per fatti di tangenti, circa 5000 arresti).

“L’Italia sta risorgendo”, saluta così l’anno nuovo il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Peccato che sia l’inizio del 1994, l’anno di Berlusconi e dell’inizio della restaurazione. Scatta l’operazione Salvaladri, con gli imputati che mettono sotto accusa i magistrati. È il mondo alla rovescia e gli italiani assistono allo spettacolo. Alcuni protestano, molti si abituano e finiscono per crederci.

Poi gli anni dell’Ulivo, della Bicamerale e dell’inciucio centrodestra-centrosinistra, che produce una miriade di leggi contro la giustizia: ad personas, ad castam e ad mafiam. Fino al 2001, che avvia il quinquennio della definitiva normalizzazione: il ritorno di Berlusconi, decine tra imputati e condannati di nuovo in Parlamento, le leggi ad personam, i reati aboliti, i giudici trasferiti… E poi ancora i due anni del secondo governo Prodi e i tre del terzo governo Berlusconi, che fra indulti e altre leggi vergogna ripiombano il paese negli scandali e nella crisi finanziaria. Infine il governo Monti, sempre in attesa di una seria legge anticorruzione, vent’anni dopo.

 

Gianni Barbacetto è giornalista de “il Fatto Quotidiano”. Per Chiarelettere ha pubblicato MANI SPORCHE (con Peter Gomez e Marco Travaglio, 2007) e LE MANI SULLA CITTÀ (con Davide Milosa, 2011).

 

 

Peter Gomez è direttore de “il Fatto Quotidiano” online. Per Chiarelettere ha pubblicato SE LI CONOSCI LI EVITI (con Marco Travaglio, 2008), IL BAVAGLIO (con Marco Lillo e Marco Travaglio, 2008), PAPI. UNO SCANDALO POLITICO (con Marco Lillo e Marco Travaglio, 2009), IL REGALO DI BERLUSCONI (con Antonella Mascali, 2009). Da ricordare anche il bestseller scritto con Lirio Abbate, I COMPLICI (Fazi 2007).

 

 

Marco Travaglio è vicedirettore de “il Fatto Quotidiano” e autore di inchieste di successo, molte delle quali firmate con Peter Gomez. Oltre a quelli già citati, ricordiamo i suoi libri più recenti: AD PERSONAM (Chiarelettere 2010), COLTI SUL FATTO (Garzanti 2010) e SILENZIO, SI RUBA (dvd+libro, Chiarelettere 2011) che raccoglie gli interventi della rubrica settimanale “Passaparola”, in rete ogni lunedì fino al settembre 2011. Dopo il successo di PROMEMORIA, 15 ANNI DI STORIA D’ITALIA AI CONFINI DELLA REALTÀ, è in scena nei teatri italiani con ANESTESIA TOTALE, PRIMO SPETTACOLO (POCO SPETTACOLARE) DEL DOPO-B, insieme a Isabella Ferrari. Dopo cinque anni di ANNOZERO, quest’anno prosegue la sua collaborazione insieme alla squadra di Michele Santoro con SERVIZIO PUBBLICO.

 

Un lettore del blog

 

Ricevo questa email e la condivido con i lettori di questo mio blog

Gentile Gianluca Pasca, vorrei esternarle una mia riflessione che mi è venuta in mente ieri osservando un programma in televisione e cercando di leggerlo anche nel contesto della nostra leccesità pronta per la corsa alla poltrona di Sindaco.  Ecco quanto mi è venuto in mente. Ieri c’è stata una bella puntata di TV TALK, un programma che seguo sempre e che va in onda di sabato nel primo pomeriggio su Rai3. Tra gli ospiti c’era anche Paragone dell’Ultima Parola, programma dove spesse volte l’ho vista intervenire direttamente. Il tema era la presenza dei politici del nuovo governo, a partire da Monti, nei programmi televisivi. Una giornalista del Corriere della Sera di cui non ricordo il nome ha affermato che chi non ha capito la rete non ha capito niente … si parlava di Obama e del fatto che faccia dirette in collegamento internet dove risponde direttamente alle domande dei cittadini. La giornalista sosteneva che questa è “la direzione” e i nostri politici, volenti o nolenti, dovranno capire che se vogliono continuare ad avere il voto dovranno metterci la faccia e non potranno sottrarsi al contatto diretto e orizzontale con i propri elettori. Penso ad alcuni politici nostrani che sono soliti avere chi aggiorna i loro profili facebook o twitter e che si fanno vedere nella piazza digitale soltanto quando è il momento di chiedere il voto,. Penso ad altri politici che scendono in campo nei modi più disparati. Leggendo le note sul suo blog mi sembra di capire che lei sta facendo qualcosa di concreto per la nostra Lecce, ho letto di incontri pubblici e altre iniziative, volevo chiederle, cosa ne pensa di ciò che è stato fatto (o che non è stato fatto) fino a oggi per raggiungere e ascoltare direttamente i cittadini?

Antonio  T.

Alla quale rispondo

Grazie! Innanzitutto la ringrazio per aver accolto il messaggio del mio blog, che ha come obiettivo quello di interagire e interloquire con i cittadini, che per me sono sempre al primo posto. Per quanto riguarda le affermazioni della giornalista del Corriere della Sera, non posso che darle ragione, per il semplice fatto che un politico deve metterci la faccia sempre e comunque, confrontandosi apertamente sulle più disparate questioni per il bene della comunità che rappresenta istituzionalmente. Su ciò che è stato fatto male o in maniera discutibile ad oggi, questo è dovuto alla mancanza di ascolto concreto da parte del politico con la cittadinanza. Talvolta alcuni (fortunatamente) politici scelgono misure da vecchia repubblica per risolvere i problemi della cittadinanza, anzichè il dialogo e l’operatività concreta. A tutt’oggi situazione purtroppo ancora diffusa nel meridione. L’ascolto non deve essere solo di facciata, ma reale, perchè se non c’è ascolto non ci può essere sviluppo per una città, e per la sua comunità. Perchè ascolto significa condivisione, che a sua volta significa maturità! Mi auguro di poter interagire ancora con lei.

Saluti

Ritorno all’Occidente: incontro con l’On. Alfredo Mantovano sulla crisi della Giustizia e della Politica

Lunedì 20 febbraio alle ore 19,00 presso il Lounge Bar Manhattan in via Salandra 2 a Lecce (accanto all’Hotel President) ci sarà l’incontro pubblico con l’On Alfredo Mantovano. Modera il dott. Gianluca Pasca (Vice Presidente dell’Ass. Kalos Manfredi Pasca). L’incontro avrà tra i temi previsti la crisi della Giustizia, la deriva della società di oggi, l’attuale situazione di emergenze e crisi socio-economiche nell’ottica della politica nazionale e locale. Si partirà da alcuni degli argomenti affrontati dall’On . Mantovano in una delle sue opere più interessanti che ha per titolo “Ritorno all’Occidente.” L’appuntamento sarà inoltre occasione per presentare alla collettività salentina e regionale, il progetto di conferenza permanente sul Salento, un contributo operativo che nasce dalla società civile e che può divenire motore di sviluppo per il territorio e non solo.

Scheda del volume – Il diario di un conservatore con incarichi di governo e di partito, coinvolto in prima persona nell’attualità politica. Questo libro tocca vari temi, dalla bioetica al terrorismo, all’immigrazione alla libertà religiosa, dalle radici cristiane dell’Europa alla dialettica fra politica e tecnocrazia, inoltre ha un preciso filo conduttore: l’intenzione di mostrare il perché si sceglie di essere conservatori, in Europa come negli Usa, evitando semplici scorciatoie.

«Se sia necessario o no elevare il criterio e il livello del fare politica in Italia e in Europa, se sia utile e importante lasciare il terreno della manovra chiusa e oligarchica per sollecitare il pieno corso di guerre culturali che ci portino a vivere in un mondo meno pacificato dal conformismo, giudicate voi. Per quanto mi riguarda credo di poter dire che, se la risposta è positiva, se qualcosa bisogna fare per dare radici alle libertà occidentali, è di questi materiali letterari e umani che abbiamo bisogno». Giuliano Ferrara – Direttore del “il Foglio” (dall’introduzione del libro)

Ritorno all’Occidente di Alfredo Mantovano (Spirali)

«Se sia necessario o no elevare il criterio e il livello del fare politica in Italia e in Europa, se sia utile e importante lasciare il terreno della manovra chiusa e oligarchica per sollecitare il pieno corso di guerre culturali che ci portino a vivere in un mondo meno pacificato dal conformismo, giudicate voi. Per quanto mi riguarda credo di poter dire che, se la risposta è positiva, se qualcosa bisogna fare per dare radici alle libertà occidentali, è di questi materiali letterari e umani che abbiamo bisogno».
Giuliano Ferrara – Direttore del “il Foglio” (dall’introduzione del libro)

SPIRALI edizioni  http://www.spirali.com
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“Lecce. Città intelligente” … ma perchè prima non lo era?

 

Ormai passate le primarie del centro sinistra, Loredana Capone e Carlo Salvemini, si sono incontrati per condividere qualche valutazione sui recenti risultati del 22 gennaio scorso, per fare il punto della situazione sulle future scelte politiche della destra e del terzo polo, e infine cercare di stilare un’azione programmatica da discutere e da attuare in previsione delle Amministrative del 6 e 7 maggio. A quanto riferiscono fonti istituzionali si è trattato di un incontro sereno dove è emerso la volontà di impegnarsi nel rispettare quel “patto” con la cittadinanza che ha eletto Loredana Capone come sua interlocutrice principale. E mentre il centro sinistra dunque affina le armi ecco che a destra, le primarie non sono più “lo spettro” che si aggira nelle segreterie politiche della città del capoluogo salentino, ma diventano ogni giorno di più una realtà che rende inquieto più di qualche nostro rappresentante politico: in “gara” da un lato Paolo Perrone con tutto il suo bagaglio di esperienza politica e ammnistrativa e dall’altro Paolo Pagliaro nuovo personaggio della scena politica leccese. Imperativo categorico sia a destra che a sinistra fare chiarezza sul destino che dopo le prossime elezioni spetterà a Lecce. Da qualche tempo tento di comprendere (cerco di farlo con gli occhi di un cittadino qualunque quale sono) ciò che vuole esprime il programma del candidato sindaco del Centro sinistra Loredana Capone. Provo a fare qualche esempio citando espressamente alcuni suoi punti del programma: “La disoccupazione giovanile deve scendere sotto il 25%; il 3% del bilancio del Comune deve essere investito in progetti di ricerca e sviluppo; il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma; l’energia sprecata deve essere ridotta del 20% (efficienza energetica);  l’inquinamento da CO 2 deve essere ridotto del 20% ; la produzione da fonti rinnovabili deve salire del 20%;  la quota di raccolta differenziata deve raddoppiare nei prossimi cinque anni; Lecce dovrà godere del 100% di copertura di rete ad alta velocità entro il 2013; il Comune di Lecce, di concerto con Provincia, Regione, Stato si impegnerà per aumentare la quantità di mezzi pubblici del 25% e i chilometri del più del doppio degli attuali; il Comune di Lecce pubblicherà tutti i dati relativi ai costi della politica, attiverà le Consulte a partire da quella dei giovani” ed altro ancora che si può leggere sul sito della Capone. Ora partendo da una semplice analisi del modo in cui questo programma richiede il consenso e l’approvazione della cittadinanza leccese, tutto esprime fuorché  un desiderio di condivisione delle idee e dei progetti. O ci si riferisce a un interlocutore diverso che dovrà risolvere i problemi della città del tipo – “il Comune di Lecce, di concerto con Provincia, Regione, Stato si impegnerà per aumentare la quantità di mezzi pubblici del 25% e i chilometri del più del doppio degli attuali -, o si esprime con toni astratti del tipo – “la disoccupazione giovanile deve scendere sotto il 25%; il 3% del bilancio del Comune deve essere investito in progetti di ricerca e sviluppo; il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma” – . Dove sta l’inghippo in tutti questi buoni propositi? Che le soluzioni in termini di risposte, modalità operative, azioni concrete vengono date parzialmente, rimandando (chissà poi perché ….)  tutto a dopo le votazioni. Guardando poi al “cursus honorum” politico di Loredana Capone, alla sua attività nel concreto in tutti questi anni, non riesco sinceramente a sentirmi tutelato come cittadino da tutte le sue dichiarazioni e dal suo programma politico per Lecce. Ad oggi molte delle situazioni di ordinaria amministrazione (dalle strisce pedonali, ai “crateri” sul manto stradale, ai sensi vietati, etc, etc) in vicinanza delle elezioni vengono con una certa solerzia risolte senza perdite di tempo o lungaggini burocratiche (cose che spettano di diritto a tutti noi, e non rappresentano una “concessione” o “un favore”). E dunque se rappresentiamo davvero l’elettorato di una “Lecce. Città intelligente”, dovremmo chiedere con maggiore insistenza quali sono in termini tecnici e pratici le soluzioni ai tanti problemi della città, quali saranno le energie industriali, professionali, culturali (vorrei tanto i nomi e cognomi giusto per evitare rimpasti con le stesse facce e le solite incompetenze) che verranno impiegate, e se ci saranno “nella stanza dei bottoni” giovani che sono “figli di nessuno” ma dotati di “un alto potenziale di aggressività” che tradotto in termini più semplici significa che hanno davvero a cuore le sorti di questa città e vogliono spendersi nel rendere questa città un posto migliore!

 

(mio intervento apparso sul quotidiano  Paese Nuovo del 7 febbraio 2012)

Farla Franca. La Legge è uguale per tutti? Di Gherardo Colombo e Franco Marzoli (Longanesi)

 

Nel 1992 le indagini di Mani pulite portarono alla luce Tangentopoli: un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio. I reati scoperti dalle inchieste condotte da un pool della procura della Repubblica di Milano suscitarono una grande indignazione nell’opinione pubblica e di fatto rivoluzionarono la scena politica italiana. Partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il Psdi, il Pli sparirono o furono fortemente ridimensionati. A distanza di vent’anni, attraverso un dialogo serrato con Franco Marzoli, Gherardo Colombo, che di quel pool faceva parte, svela i retroscena delle indagini di Mani pulite sottolineandone effetti, limiti e aspettative mancate. Racconta le inchieste sulla P2 e sui “fondi neri” dell’Iri, prime avvisaglie di quell’intreccio tra poteri che Mani pulite avrebbe portato allo scoperto senza riuscire però a mettervi fine. Ripercorre le moltissime accuse mosse all’indagine dai politici coinvolti, le polemiche sull’abuso della custodia cautelare, le misure attuate dalla classe politica in propria difesa. Sullo sfondo, l’incapacità italiana di far rispettare l’articolo 3 della Costituzione, che vuole tutti i cittadini uguali di fronte alla legge. Per alcuni, ancora oggi, “farla franca” è terribilmente facile.